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Manifesto contro la turistificazione

La petizione va a
Comune di Roma, Sindaco Roberto Gualtieri
107 Supporto
21% conseguito 500 per obiettivo di raccolta
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  1. Iniziato 06/05/2024
  2. Collezione ancora > 2 mesi
  3. Trasferimento
  4. Dialogo con il destinatario
  5. Decisione

Accetto che i miei dati vengano archiviati . Decido io chi può vedere il mio sostegno. Posso revocare questo consenso in qualsiasi momento .

 

ALL' ATTENZIONE DEL SINDACO GUALTIERI
I sottoscritti cittadini, dopo aver letto i contenuti del Manifesto contro la Turistificazione, dichiarano di aderire alle richieste del Comitato Trionfalmente17 perché si mettano in atto azioni rigorose in merito alla legislazione riguardante i B&B e le pedane, per salvaguardare l'identità dei quartieri e la qualità della vita degli abitanti.
Roma è la seconda città più visitata dai turisti ed è ha la più alta concentrazione di beni storici e architettonici al mondo, ma è anche al settimo
posto per vivibilità fra cento metropoli mondiali con più di un milione di abitanti. Questo dato ci deve far riflettere sul rapporto che intercorre fra la qualità del patrimonio artistico, che nei secoli è stato accumulato, e la capacità delle amministrazioni, soprattutto nel nuovo secolo, di saperlo gestire in funzione della sopravvivenza dell’identità della città.
Un’identità che era caratterizzata dalla peculiarità dei quartieri che, pur interagendo con gli sviluppi d ella Capitale, era riuscita a sopravvivere. Nell’ultimo decennio i cittadini, soprattutto di alcune zone, oggetto di un forte interesse turistico, hanno assistito ad un processo evolutivo, che ha danneggiato notevolmente l’identità e la qualità della vita dei quartieri.

Questo processo è stato chiamato: “Turistificazione”. Una trasformazione sociale e territoriale repentina, che grava sui quartieri appetibili in modo invasivo e che è anche definita da taluni una forma di “colonizzazione”, che risucchia dentro al proprio sistema esclusivo tutto quello che può.

La Turistificazione determina un’accumulazione esponenziale del capitale da parte di privati, che poi fanno convergere i propri interessi con quelli del Governo, che spesso scambia per progresso della città un movimento che, in modo grottesco, ricalca vecchi schemi operativi aggressivi e non sempre propriamente etici. Stato e privati realizzano percorsi di partenariato in base ai quali le istituzioni creano le condizioni, che poi permettono al capitale
privato di appropriarsi di immobili e di spazi pubblici.

Motivazioni:


Le conseguenze negative della Turistificazione nelle dinamiche esistenziali delle città sono evidenti.
1) Danneggia i giovani nella ricerca di case per studiare in città o
semplicemente per avviare una vita di coppia, perché gli affitti brevi sono
più remunerativi e spesso al nero. Le abitazioni grandi vengono divise
realizzando spazi più piccoli facilmente adattabili a coppie piuttosto che a
famiglie. Questo crea un blocco generazionale all’interno del quartiere sempre più abitato da anziani e masse fluttuanti di persone che non
interagiscono con i residenti, determinando fratture relazionali irreversibili.
2) Incide negativamente sulla poliedricità dell’’offerta commerciale. Infatti le
attività economiche che non sono funzionali ai nuovi “abitanti” devono
chiudere.
3) Produce un’imprenditoria malata finalizzata allo sfruttamento illimitato
delle risorse di un territorio e ad un’economia monodirezionale,
pericolosissima in caso di stasi, che esclude un’equa distribuzione delle
ricchezze, poiché si fonda spesso sul lavoro precario e su stipendi
minimi.
4) Assorbe gli spazi dei quartieri a scopo privato escludendo i cittadini
dall’uso di beni collettivi. Centinaia di posti auto sottratti dall’istallazione di
dehors fanno lievitare i costi dei parcheggi privati o, per chi non ne fa uso,
costringono gli abitanti a girovagare per ore prima di trovare un posto
dove lasciare le proprie automobili.
5) Scompaiono i luoghi di cultura, trasformati in supermercati o ristorazioni.
6) La concentrazione di attività di ristorazione anche in vie residenziali provoca danni alla qualità della vita dei residenti, perché mancano gli spazi necessari e i dovuti controlli e regole stringenti.
Per tutte le ragioni sopracitate i cittadini chiedono:
a) “Di limitare le nuove licenze per affitti brevi in specifiche zone definite in base al rapporto tra il numero di affitti brevi e l’offerta abitativa. In queste aree, le licenze possono essere limitate o completamente vietate. Le limitazioni temporali, chiamate anche “time cap“, variano dai 30 giorni per alcune città fino ai 120 giorni e rappresentano la soglia oltre la quale occorre richiedere un’autorizzazione per il cambio di destinazione d’uso da residenziale a commerciale. In aggiunta a tali limiti, può essere
imposto l’obbligo di residenza per i proprietari”. (Fondazione Feltrinelli)
b) Obbligo di registrazione legale degli appartamenti utilizzati per affitti brevi.
“Come si evince dalla comparazione tra la severità degli approcci, le città italiane sono le uniche che, al momento, non hanno introdotto alcun limite alla diffusione degli affitti brevi. Gli unici interventi applicati riguardano la definizione legale dell’attività e il controllo fiscale. In altri contesti europei,
invece, si è intervenuti tempo fa con vari strumenti che hanno permesso di governare e bilanciare il mercato degli affitti brevi, contenendone gli effetti negativi e salvaguardando i diritti della popolazione locale. La situazione in alcune città italiane, come Firenze, Venezia, Bologna, Roma, Milano e Napoli, è diventata insostenibile e vi è la necessità di una legge nazionale che
permetta alle amministrazioni comunali di imporre limiti agli affitti brevi”.
Fondazione Feltrinelli.
c) Riduzione degli orari di apertura dei locali e maggiorazione delle sanzioni fino alla chiusura in caso di un reiterato disturbo alla quiete pubblica.
Controllo sistemico delle Forze dell’Ordine per evitare assembramenti notturni di persone fuori dai locali.
d) Limitazione delle licenze in funzione di una distribuzione equa dell’offerta e dell’uso degli spazi comuni.
e) L’individuazione di spazi garantiti per l’accesso agli stabili in funzione di soggetti fragili, traslochi, manutenzioni, trasporto di oggetti, permanenza di mezzi di soccorso
F) Sistemici controlli da parte della Polizia Municipale degli spazi occupati a garanzia del rispetto dei diritti di tutti.
G) Sistemici controlli da parte dell’ASL in relazione alle effettive condizioni
igieniche del dehors considerata la staticità delle strutture, che non permettono la pulizia approfondita delle parti a contatto con la strada.
H) Obbligo per gli amministratori di ciascun palazzo di redigere un censimento dei B&B.
I ) Divieto di installare dehors in prossimità di finestre di appartamenti, vicino
agli incroci e attraversamenti pedonali.

Grazie davvero per il vostro appoggio, Trionfalmente17 da EMR
Domande ai promotori

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  • Questa è una nota del team editoriale openPetition :

    La petizione era in conflitto con il punto 1.9 dei Termini di servizio ed è stata pertanto sospesa. La petizione è stata ora rivista, controllata nuovamente dalla redazione openPetition e pubblicata.

Non è ancora un argomento PRO.

Non è ancora un argomento CONTRA.

Perché le persone firmano

L'emergenza e' finita i dehors devono essere tolti dai marciapiedi e strade portano solo chiasso a tarda notte e immondizia agli angoli delle strade. Per non parlare dei B&B gente sconosciuta che entra nei palazzi, non c'e' sicurezza per i residenti, entrano ad ogni ora della notte disturbando il sacro riposo.

È diventato impox anche uscire dal portone. Palazzi di inizio 900 trattati come alberghi senza avere lo stesso grado di sicurezza, con ascensori fatiscenti sempre rotti, invasione di persone ignote senza controllo …per non parlare della sporcizia delle strade del quartiere ridotte a discarica ….

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