Educazione

L’Alto Adige è il paese delle meraviglie per gli insegnanti?

Firmatorio non aperto al pubblico
La petizione va a
Al presidente della giunta provinciale Arno Kompatscher, all' assessore alla cultura Giuliano Vettorato, al sovrintendente scolastico Vicenzo Gullotta
3.018 Supporto

Il firmatario non ha presentato/depositato la petizione.

3.018 Supporto

Il firmatario non ha presentato/depositato la petizione.

  1. Iniziato 2020
  2. Raccolta voti terminata
  3. Presentata
  4. Dialogo
  5. Mancate

04/07/2020, 00:02

Eine Ungenauigkeit (Wortendung fehlt) bei der Eingabe, eine treffendere Wortwahl.

Bei der Anrede des zweite Adressaten Korrektur von "al assessore" in "all'assessore" ...


Neue Begründung: **L’Alto Adige è il paese delle meraviglie per gli insegnanti?**
**Vediamo**
Al luogo comune, spesso evocato, dell’Alto Adige come il luogo ideale in cui vivere in Europa, al vertice qualitativo dal punto di vista economico, fa fronte una realtà sociale molto meno ambiziosa. La configurazione etnica della provincia, con la presenza, le une accanto agli altri, di lingue, culture, contesti sociali diversi e i contrasti tra città e provincia, viene tenuta in scarsa considerazione. Questo lo si nota nell’ambito della scuola e della formazione professionale, che, nonostante dispongano di una propria amministrazione e autonomia, sentono la mancanza di una politica educativa orientata al futuro e basata sulle esperienze empiriche dei docenti. Molte cose sembrano inoltre solo una brutta copia del centralismo romano.
Da un lato quindi investimenti copiosi in edilizia scolastica e rappresentazione mediatica, dall’altro però regolamentazione della pedagogia e neanche un euro in più per il riconoscimento professionale e pubblico delle professioni docenti. E la rivoluzione educativa digitale che ha fatto irruzione così pesantemente minaccia sempre di più lo sviluppo mentale, culturale e sociale dei giovani, destinati a essere formati in base alle leggi del mercato del lavoro, ottimizzando il più possibile costi e tempo. Il punto culminante finora è rappresentato dalla compromissione dell‘istituzione scuola con le attuali prescrizioni ministeriali e l’adeguamento regionale della valutazione finale in pagella da parte delle intendenze scolastiche. Le prescrizioni ufficiali non solo minano così l’allineamento dei compiti educativi ai curricoli scolastici e all’apprendimento orientato alle competenze, ma mediante l’attuale caos valutativo ogni obiettivo di apprendimento diventa un oggetto che può essere aggirato con una bassa soglia di frustrazione.
Già anni fa John Hattie mostrava quale fosse il prezzo di una pedagogia basata in primo luogo sui media e ipernormata, vale a dire la perdita di autorità degli insegnanti, la spersonalizzazione dello studio, la rinuncia alla fatica e all’esercizio nello studio e un calo enorme delle competenze e delle prestazioni. E il risultato è un sistema scolastico che – invece di avvalersi delle autorità veramente competenti – soggiace alla dittatura del PISA e dell’INVALSI e non è in grado di interessarsi agli effetti effettivi processi di apprendimento e di formazione.
In seguito alle mutate richieste rivolte agli insegnanti e all’egemonia dei pianificatori educativi si diffondono nella nostra provincia rassegnazione ed amarezza. Dalla retorica ufficiale traspare sempre più la scarsa considerazione della categoria degli insegnanti, che dai media, in modo ben poco appropriato, viene chiamata „la scuola“. Questo è però appunto l’obiettivo di questa iniziativa.
**Quello che sfugge**
Il quadro professionale delle e degli insegnanti e la nostra etica ci obbligano ad un incarico impegnativo al servizio della società. Per questo giustamente siamo esposti all’osservazione e alla valutazione critica pubblica, i cui risultati, però, non di rado sono positivi. Dopo le esperienze con lo stato di emergenza dovuto al Coronavirus da molte parti si è dovuto ammettere che l’istituzione scuola e gli insegnanti dell’Alto Adige sono stati e sono ampiamente all’altezza di questa sfida improvvisa ed eccezionale.
Tuttavia il linguaggio della politica scolastica e della Direzione scolastica provinciale suona troppo spesso come una retorica a buon mercato e una pacificazione. minimizzazione. Da anni si rimanda un equo riconoscimento e una ricompensa materiale delle prestazioni degli insegnanti, si rimandano continuamente le trattative per il contratto collettivo degli insegnanti, mentre la maggior parte delle altre categorie professionali, in particolare quelle dei dirigenti politici e amministrativi, hanno ottenuto ragguardevoli adeguamenti di stipendi e pagamenti supplementari. L’equilibrio sociale e fondato sul merito tra prestazioni e compensi è la base di una società civile. Ma proprio qui sfugge qualcosa.
Sotto la pressione della politica di bilancio e del risparmio fiscale ha luogo una precarizzazione del lavoro culturale e sociale, e noi dobbiamo assistere ad una svalutazione del lavoro educativo, senza che abbia luogo una discussione di spessore all’interno della società.
Noi chiediamo quindi alla Giunta provinciale di farsi carico di un riconoscimento delle prestazioni sociali comparabili. Contestiamo la delega di complessi compiti sociali alla scuola, senza che essa entri a far parte di un’equa distribuzione del benessere materiale.
Giugno 2020 Per la „LehrerInneninitiative Südtirol“:
Josef Klammer, Markus Klammer, Siegfried Klammer, Florian Leimgruber, Armin Monsorno, Monika Niederwieser, Josef Oberhollenzer, Konrad Steger, Anny Tauber. Traduzione Silva Manzardo

Unterschriften zum Zeitpunkt der Änderung: 1.973


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